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Recensione : Bardus – Stella Porta

Il ritorno dei Bardus non delude in nessuna occasione, ma, allo stesso tempo, non esalta come ci si sarebbe aspettati

Bardus – Stella Porta

A tre anni di distanza da “Solus” gli americani Bardus, formazione di Philadelphia composta da Justin Tuck, Kyle Pierce e Ari Rosenberg, ritornano con Stella Porta. Il nuovo lavoro, pubblicato per Solar Flare Records, affonda le radici in energiche sonorità a cavallo fra hard rock, sludge e noise.

I due minuti stringati di Smoke Bath, guidati dai colpi secchi di batteria e dal gridare furente, lasciano che a seguire siano le chitarre graffianti di Monolith (seconda parte più cupa e meditata) e l’estremizzarsi, fra fiammate e momenti sempre più angoscianti, di Sky King.
Transcendence, provando a dar vita a paesaggi tetri e fangosi, procede pesante su tempi lenti, mentre il cadenzato urlare di Haze si contrappone allo spigliato procedere di Oracle (in rapido rallentamento) e al ringhiare conclusivo della furente Clandestine.
Il ritorno dei Bardus non delude in nessuna occasione, ma, allo stesso tempo, non esalta come ci si sarebbe aspettati. I sette brani proposti, infatti, nonostante siano carichi di elettricità e vigore, non riescono mai a schiaffeggiare veramente, limitandosi, piuttosto, a ringhiare senza mordere. Un band interessante che, però, sembra abbia scelto di suonare con sufficienza.

TRACKLIST
01. Smoke Bath
02. Monolith
03. Sky King
04. Transcendence
05. Haze
06. Oracle
07. Clandestine

LINE-UP
Justin Tuck
Kyle Pierce
Ari Rosenberg

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