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Recensione : Al Buio Di Andrea Malabaila E Carlotta Borasio

Al Buio Di Andrea Malabaila E Carlotta Borasio: Cosa traspare dal denso lavoro breve che interessa una coppia di coniugi, ossia gli autori del best seller in questione?...

Al Buio Di Andrea Malabaila E Carlotta Borasio

Cosa traspare dal denso lavoro breve che interessa una coppia di coniugi, ossia gli autori del best seller in questione?

Ah, ancora non è un best, mi dicono; è però comunque certo che il nuovo libro di Andrea Malabaila & Carlotta Borasio sia in vendita presso l’ Editrice Intermezzi, lodevole per aver creato la collana digitale “Ottantamila”, ideale per la narrativa breve, che considera nel proprio carnet racconti dalle 40.000 alle 80.000 battute, incentivando quel pubblico in cerca di letture veloci, intense, di qualità e di vario genere, evitando di scomodare il formato cartaceo poco funzionale alla mission.

Dicevamo, cosa traspare da questo lavoro scritto a 4 mani sulla traccia del famoso serial TV “The Affair”?
Personalmente vedo poca televisione e quindi non sono immerso a pieno titolo nelle dinamiche che hanno catturato milioni di teledipendenti, tanto da spingere la produzione a far girare la quarta edizione del serial, negli States e nel mondo!
Ho capito, però, ne danno notizia gli autori Malabaila/Borasio nell’avvertenza precedente al corpus del libro, che la serie TV punta tutto sui risvolti psicologici originati da un fatto, per l’occasione un delitto, che interessa in qualche modo i protagonisti principali della storia, già coinvolti in un ménage amoroso improvviso: lui scrittore di successo e lei cameriera (coniugata) a servizio presso la villa dove lo scrittore e la sua famiglia stanno trascorrendo le vacanze. L’intreccio rosa, di per sé banale, apre appunto ad altro, cioè, in sede di interrogatorio da parte delle autorità per la ricostruzione dei fatti, ciascuna soggettività viene posta in rilievo rispetto all’oggettività dei fatti, creando svarioni e non coincidenze sul piano della concretezza, ciascuno dei due personaggi presenta una propria versione dei fatti e infatti, caratteristica del serial, ogni episodio è diviso in due parti, quella raccontata da lui e l’altra raccontata da lei, approdando ad un ulteriore oggettività, che la realtà oggettiva non esiste, poiché si smarrisce nei meandri delle testimonianze rese.
Detto rebus irrisolvibile nelle quattro serie TV si scontra con l’unica oggettività onestamente tangibile, il pretesto narrativo, vale a dire la morte di una vittima. Per cui in sede di indagine poliziesca non si chiamano in causa geni del giallo pronti a risolvere il caso con una logica calzante che smascheri l’evidenza delle prove inchiodando l’assassino, si tratta invece di capire le differenze indotte dalla psiche nei soggetti coinvolti dall’evento delittuoso, pur senza toccare additivi chimici (alcol o droghe), ma semplicemente fornendo la propria prospettiva influenzata/limitata dalle mille varianti che ne trasformano l’obiettività, l’attendibilità fotografica della testimonianza diventa materia freudiana. Roba psichedelica più che psicologica? Va da sé che la gente ama farsi pippe mentali farcite da pretese psicoanalitiche, che restano comunque non trascurabili a ben vedere, visto il successo e l’interesse suscitato da “The Affair” e da quello riscosso da tutta la letteratura psicologica a cavallo tra il 1800 e il 1900. Comunque, cercando di grattare il fondo delle cose, per via di quei complessi meccanismi che attua la psiche, potremmo vagare nel limbo per altre cento serie del serial TV, tanto la propria versione la si canta e la si suona a piacere, un piacere sottilmente psicologico; l’evidente punto debole.
La domanda che sollevo è la seguente: nella vasta gamma variegata del soggettivismo volto a dar credito ad ogni versione, uno buono, che operi un minimo di distacco oggettivo, lo si trova ancora in giro? La risposta è “sì”, sissignore, i buoni, oltre all’ispettore della serie TV citata, che suo malgrado resterà eternamente con in mano un pugno di mosche, sono proprio gli autori che ci danno in pasto le loro geometrie sensitive atte a stuzzicare e rendere vivo, a discapito delle vittime-pretesto morte per creare la fiction, l’appetito di noi psicolettori o psicotelespettatori.

Analizzando il testo del book digitale di Malabaila/Borasio, appunto anch’esso scritto su due fronti, la versione di lui e la versione di lei, con l’artificio di far vagare le penne sul foglio all’insaputa dell’una e dell’altro autore, la cui creazione sottende ad un fattaccio di cronaca studiato da entrambi a tavolino, accaduto durante una sagra di paese ove i due personaggi erano in visita di piacere, ebbene, posso affermare che l’esperimento mi è piaciuto molto, scrivere al buio, questo è pure il titolo azzeccato del racconto, mica male come trovata, no?, ha reso più intrigante la premessa, quindi, ascoltare le voci dei personaggi, qui novelli coniugi, nella contingenza e sviluppo della storia, reca un acceso interessamento per la personalità e il carattere dei due. Essi si definiscono interiormente attraverso il loro rivangare le esperienze passate e presenti in forma di soliloquio; vi è un tumulto a cascata di congetture che si riversano su di noi lettori e che ci fanno entrare letteralmente nella testa dei personaggi, usando abilmente un pizzico di seduzione narrativa ed anche tratti affettuosamente  divertenti, ove lì si originano contrasti di opinione, ricordi, strategie, ansie, preoccupazioni, battutine pungenti, osservazioni, sogni, delusioni, paragoni, piccole bugie, segreti, il tutto nella situazione progressiva della festa, spesso tradendo il pensato con l’azione a venire a seconda della convenienza improvvisa con la quale vengono gestite le circostanze che si susseguono a catena. Il tentativo naturale di sciogliere nodi, affrontare situazioni, dibattersi tra problematiche pregresse, ristabilendo umori ed equilibri nell’immediato corrente, migliorandone il futuro, porta ad un fatto ancor più importante, la chiarificazione di se stessi in rapporto al mondo e all’altro, ciò tramite un impasto sofferto che introduce le incertezze che si vanno formando strada facendo. Forse questo resta il punto più interessante del racconto, la finale resa dei conti che affiora dal travaglio interiore, complice certo il fattaccio di cronaca che agisce da catalizzatore.
Accattivante è anche la sensibilità di contrasto che emerge dal confronto narrativo di un uomo e di una donna, tesi a ritrovarsi nelle reciproche differenze, ad instaurare un dialogo continuo che suggelli la loro unione di coppia, e l’unione col proprio io, nel difficile compito di amare per quello che si è.
La short story contiene tutti gli ingredienti per una buona lettura, dato confermato dalla stretta presa nella morsa del racconto, che appassiona! Anzi, direi così appassionante che sembrerebbe che i due scrittori abbiano comunque letto reciprocamente i rispettivi testi, sì, dato una bella sbirciatina, tanta è l’armonia resa a fine lettura, nonostante l’artificio di estraneità adoperato, dichiarato in avvio.
La mia supposizione è ovviamente solo una prova che il soggettivismo genera fantasia e la fantasia è il requisito principale per scrivere belle pagine come quelle di “Al buio”.

Andrea Malabaila è nato a Torino nel 1977. Ha pubblicato i romanzi “Quelli di Goldrake” (Di Salvo, 2000), “Bambole cattive a Green Park” (Marsilio, 2003), “L’amore ci farà a pezzi” (Azimut, 2009), “Revolver” (BookSalad, 2013), “La parte sbagliata del paradiso” (Fernandel, 2014), “Green Park Serenade” (Pendragon, 2016). Per la collana Ottantamila ha scritto “Noi che salvammo il mondo da Ivan Drago” (Intermezzi, 2016). Nel 2007 ha fondato Las Vegas edizioni. Insegna alla Scuola Internazionale di Comics di Torino. Il suo sito www.andreamalabaila.it.

Carlotta Borasio è nata a Torino nel 1986. Collabora con Las Vegas edizioni come ufficio stampa, social media manager e editor. Con il suo sito Immersi nelle storie aiuta le persone a raccontare online la loro attività con passione. È docente alla Scuola Internazionale di Comics di Torino dove tiene il corso (Pro)muoversi sui social. Ha scritto racconti per diverse antologie. Al buio è il suo primo racconto lungo.

 

 

 

 

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2 Comments
  • Avatar
    Opale
    Posted at 20:41h, 12 Luglio Rispondi

    Analisi profonda e accattivante

  • Avatar
    Bob Accio
    Posted at 10:05h, 17 Luglio Rispondi

    Molte grazie, Opale. :)-

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